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"Questo libro racconta il doppio depistiggio che si è dispiegato attorno all'omicidio di Pasolini: uno volto a sviare le indagini, l'altro a tenere nascosti alcuni contenuti-chiave di 'Petrolio', il romanzo che Pasolini stava scrivendo quando fu ucciso. Quel brutale massacro resta perciò uno dei buchi neri nella notte repubblicana e una delle vergogne della cultura italiana, che per tanti anni ha accreditato la ricostruzione ufficiale del delitto. Pasolini viene ucciso probabilmente per la medesima ragione del giornalista Mauro De Mauro, fatto sparire nel 1970. Erano andati entrambi troppo vicino alla verità sull'omicidio di Mattei e si preparavano a divulgarla, accusando Eugenio Cefis, successore di Mattei alla presidenza dell'Eni e presunto fondatore della P2. Pasolini fa di Cefis un personaggio centrale di 'Petrolio', che incarna in modo esemplare la 'mutazione antropologica della classe dominante' e l'avvento di quel nuovo Potere finanziario e multinazionale che ci ha condotti alla cattiva società di oggi, corrotta e di ceto. Egli intendeva inserire nel cuore del romanzo alcuni discorsi di Cefis, che avrebbero raccontato con chiarezza ciò che stava accadendo in Italia. Quei discorsi erano tra le carte di 'Petrolio', ma i curatori dell'edizione postuma non hanno ritenuto opportuno inserirveli."